1991
“Il passo verso la metafisica è breve, brevissimo ma Berté non lo compie perché mentre si sofferma su una forma e l’accarezza lentamente, voluttuosamente, scopre in essa la possibilità della deformazione. Ossia di potersi da essa lievemente scostare e senza mutarla trasformarla. Cos’è un ricciolo se non l’estrema voluttà della sfera e perché non cedere alla tentazione sensuale del doppio?
Il passo verso le scelte di surrealismo è breve ma Berté non lo compie e sosta invece sul crinale delle sensazioni consentendo alla sua mano di cedere un poco ad esse, perché in ciò ritrova lentamente un’iconologia memoriale, figure e forme di mera apparizione interiore, profilate in sagome coincidenti con le occasioni della vicenda psicologca”.